Da Bagnatica a Sarnico
Partenza: Bagnatica
Arrivo: Sarnico
Lunghezza: 28 km
Difficoltà a piedi: Media
Dislivello in salita: 600 m
Tempo di percorrenza: 7.15 h
APPUNTI DI VIAGGIO
PLIS: Monte Tomenone e Colle degli Angeli
Punti di interesse storico/artistico: Castello Camozzi Vertova, Chiesa di Sant’Andrea, chiesa di San Pancrazio, chiesa di Santa Maria Assunta
I Sapori: Valcalepio DOC, Terre del Colleoni DOC, Olio EVO, miele
TRASPORTI
Il Cammino del Vescovado si svolge quasi tutto a breve distanza dalla linea ferroviaria Bergamo-Brescia e dalle sue stazioni. È una scelta che va nella direzione della sostenibilità ambientale, in coerenza con la forma di turismo slow rappresentata dal Cammino; ed è un valore aggiunto anche perché consente di modulare le tappe su lunghezze differenti, e in più offre la possibilità di interrompere il percorso e fare ritorno al punto di partenza con facilità.
Bergamo, Seriate, Albano S. Alessandro, Montello, Chiuduno e Grumello del Monte sono le stazioni che si trovano lungo il tracciato o a poca distanza da esso.
Le stazioni di Albano S. Alessandro e Montello si trovano sul Cammino; quella di Chiuduno a circa 300 metri e quella di Grumello del Monte a circa 2 km.
Da Sarnico, punto d’arrivo del Cammino, si può fare ritorno sia a Bergamo che in ognuno dei Comuni sopra citati, con la linea di autobus extraurbani “E”. La frequenza delle corse, sia per quanto riguarda il trasporto ferroviario che quello su strada, è di circa una all’ora.
Se in conclusione della tappa precedente abbiamo optato per fermarci a Bagnatica, si prosegue per via Roma e poi a destra per via Camozzi, e quindi subito a sinistra per via Tomenone, che presto diventa una stradina ghiaiata fra vigneti e prati.
Dopo le ultime case sparse si riprende a salire raggiungendo in breve il Casello di S. Marco, bell’edificio restaurato e panoramico. Si continua a salire, ora su stradina cementata che nel punto più alto si fa sentiero e comincia a scendere. A un successivo bivio si prende il sentiero pianeggiante di sinistra fra platanie vigneti.
Se invece abbiamo preferito la variante di Costa di Mezzate, si prosegue per via Rasetto, si salgono i 33 gradini che portano sotto i contrafforti del castello, si gira destra in discesa per via Castello, costeggiando sulla destra la torre medievale, poi a sinistra e ancora a sinistra attraversando la piazzetta Nobili Zoppi e prendendo via Salvecchio, stradina cementata che presto diventa sterrata ed esce dal paese correndo al piede della collina, prima in lieve salita e poi in piano, fra boschi a sinistra e vigneti a destra; sullo sfondo i rilievi delle Prealpi Bergamasche: Monte Misma, Colli di S. Fermo, Monte Bronzone e, più prossime alla pianura, le colline di Carobbio degli Angeli verso cui siamo diretti. Un brevissimo tratto in salita e la variante raggiunge il punto dove le due alternative si incontrano, cioè quel sentiero pianeggiante fra platani e vigneti al quale si giunge in discesa nella prima opzione. Lo si percorre finché raggiunge una strada sterrata da seguire verso destra mentre riappare, sempre sulla destra, il turrito Castello Camozzi-Vertova di Costa di Mezzate.
Si torna sull’asfalto e si va a sinistra (a destra si raggiunge in breve il centro storico di Costa di Mezzate). A uno stop ancora a sinistra e così a un ulteriore bivio (via Cornelli) che sale fra rade case, orti e giardini, le ultime propaggini orientali del Monte Tomenone. Poi si scende (la strada prende il nome di via Colleoni) e entra nel centro storico di Montello, passa sotto una volta a botte, svolta a sinistra, costeggia per qualche metro una roggia e la attraversa su un ponticello. Attraversiamo via dell’Assunzione proseguendo per via Brevi, davanti al municipio di Montello con, sulla destra, la moderna chiesa di S. Elisabetta. Nel parchetto oltre il municipio c’è una fontanella. Si svolta a sinistra, si attraversa la ferrovia e ci si dirige a destra per via Stazione fino a incontrare, dopo un centinaio di metri, la stazione ferroviaria di Montello-Gorlago.
Si esce dalla stazione ferroviaria e ci si incammina per via Silvio Pellico, si attraversa la strada a un semaforo e si prosegue fino a raggiungere una rotonda in località Tri Plok, la si segue verso destra fino ad attraversare sulle strisce pedonali e proseguire per via Roma tenendo sulla destra l’area di una centrale elettrica. Per qualche centinaio di metri si cammina con la centrale sulla destra e edifici civili e industriali abbandonati sulla sinistra. A un certo punto la strada piega a sinistra costeggiando il muro di cinta in ciottoli di un parco. Alla fine di questo muro si imbocca sulla destra via Piatti che conduce nel pregevole centro storico di Gorlago, abbastanza omogeneo e in buona parte ben restaurato. Raggiunto un piccolo incrocio si prosegue dritti per via S. Andrea, poi a sinistra in via Guarneri. Si attraversa una piazzetta (Locatelli) continuando per via Regina Margherita che svolta a destra. Si passa davanti alla biblioteca (piazza Marconi), poi a sinistra in via Lanzi che in seguito prende il nome di via Sozzi.
Sulla sinistra troviamo il Municipio e poi, sulla destra, la chiesa di S. Pancrazio (la prima edificazione risale all’alto Medioevo, ma l’edificio attuale è del XVIII secolo, su progetto di Giovan Battista Caniana). Proseguiamo fino a trovare le indicazioni del percorso ciclopedonale del P.L.I.S. di Malmera, Montecchi e Colle degli Angeli (via Torni) che incontreremo e seguiremo anche nelle svolte successive, a sinistra per via Scartabellati, a destra per via Trovenzi e ancora a sinistra per via Montecchi, fra case e villette più rade e la collina di fronte. A questo punto si incontra il corso del fiume Cherio, che scende dalla Val Cavallina, lo si supera su un ponte e subito oltre si gira a destra.
Ora appare anche il segnavia del C.A.I. (652). Si costeggia il fiume per un centinaio di metri, poi la strada gira a sinistra, passa attraverso la bella cascina degli Alpini (punto ristoro) e, fattasi sentiero, entra nel bosco. A un bivio si prende a sinistra (segnavia C.A.I. 655) abbandonando il sentiero che reca l’indicazione “Carobbio”. Una salita abbastanza ripida ci porta a raggiungere una stradina sterrata che si segue verso sinistra (sentiero C.A.I. 650), prima in moderata salita e poi pressoché pianeggiante, che fattasi ampio sentiero, prosegue a lungo in un grande bosco, suggestivo e solitario, dove d’autunno, in alcuni tratti, si possono raccogliere abbondanti castagne; è uno dei momenti del Cammino in cui è più difficile capacitarsi di essere in realtà a pochi chilometri in linea d’aria dal frastuono della pianura. Si arriva a una radura, in prossimità di un capanno di caccia, da cui si dipartono numerosi sentieri e ci soccorre la segnaletica del C.A.I.; prendiamo a destra il sentiero 798, direzione “Golf la Rossera” e Chiuduno. Il Cammino prosegue tenendosi in quota, ora però sul versante prima orientale e poi meridionale del rilievo, e la vegetazione boschiva torna a essere quella delle aree più assolate e aride, dove la roverella è regina e si attraversano persino boschetti di Erica arborea, a testimonianza di un clima sub-mediterraneo. In basso riappare la pianura, e alla nostra sinistra (Est) l’ubertosa Valle del Fico.
Poco oltre un’area pic-nic con tavoli e sedie prendiamo il sentiero che scende sulla sinistra (“del Selù” come è segnalato su una targa in legno con tabellone esplicativo). Ben presto si incontra una strada asfaltata, la si attraversa e si continua a scendere per un sentiero, fra muretti a secco. Si incontra nuovamente l’asfalto, lo si segue verso destra per un paio di tornanti e quindi, in prossimità di una croce in legno e alcuni cipressi che costeggiano la strada, si imbocca nuovamente il sentiero sulla sinistra che poi si fa stradina cementata fra le prime case del paese di Chiuduno e quindi, definitivamente, asfaltata. Questo tratto di discesa in favorevolissima esposizione, fra l’imbocco del sentiero del Selù e il paese di Chiuduno, è fra i più affascinanti del Cammino: i muretti a secco fra i quali si transita, circondati da olivi e vigna, fichi e allori.
Si raggiunge il centro girando a destra tenendo come riferimento il campanile della chiesa di S. M. Assunta, ben visibile già dal monte. Dalla chiesa a sinistra per via Banzolini Storti (indicazione per Golf Rossera) poi a destra per via Rimembranze (biblioteca sulla destra della strada) fino a incontrare sulla destra il cimitero. Appena oltre, a destra (via Brolis) si raggiunge via Moro e la si attraversa imboccando la sterrata di fronte.
ATTENZIONE – SEGNALAZIONE AGGIORNAMENTO TRATTO CHIUDUNO – LEGGI LA NEWS
Dopo poche decine di metri ci troviamo davanti a una cascina: proseguiamo sulla destra (di fronte, alto sul colle, il bel borghetto di S. Pantaleone verso cui ci stiamo dirigendo) lungo la sterrata che serpeggia fra le vigne; a una curva a destra la si abbandona per una pista erbosa a sinistra che raggiunge il ruscello Tirna; lo si guada sui sassi e si prosegue a sinistra fra ruscello e vigneto finché si piega a destra, in salita (FINE SEGNALAZIONE).
Raggiunta una strada asfaltata la si percorre verso sinistra. Poco dopo si prende l’interpoderale a destra che diventa ampio e ripido sentiero salendo verso S. Pantaleone fra bosco e vigneto, con belle vedute sulla bassa Val del Fico. In prossimità di una cascina si va a destra per una stradella cementata, ancora ripida, infine una grande quercia introduce a S. Pantaleone, immerso nei vigneti. Raggiunto l’asfalto della strada che sale da Grumello lo si segue verso sinistra. Arrivati alla chiesa il panorama si apre su entrambi i versanti: a Ovest la Val del Fico e la collina chiudunese, a Sud e a Ovest la pianura, il Monte Orfano e la Franciacorta.
Oltre il borghetto si procede dritti su via Fontane, ripidamente, in direzione “località Codera” lasciando sulla destra la più trafficata provinciale 82. Bella vista sulla pianura e la collina punteggiata di cipressi. Poi la stradina curva a destra e prosegue fra non faticosi saliscendi, ville, giardini, vasti panorami. In prossimità della deviazione sulla sinistra per la chiesetta degli alpini e il rifugio Codera la stradina scende fino a ricongiungersi alla provinciale 82 seguendola poi in salita verso sinistra, ora in ambiente boschivo. Poco prima di giungere a Gandosso si gira a destra, direzione Sarnico, abbandonando l’asfalto quasi subito in favore di un sentiero sulla destra, nel bosco.
Raggiunto un trivio si prosegue per la stradella di fronte, in salita, sempre nel bosco. Si supera un capanno di caccia e al bivio successivo ancora dritti, ora fra i castagni. Alla radura successiva c’è un capanno e un bivio: si va a sinistra. Si incontra un’intersezione di stradine forestali e si va ancora dritti cominciando subito dopo a scendere, sempre nel castagneto. Poi si prende a sinistra, ora su sentiero. Raggiunto una sorta di “piazzale” di grandi castagni si avanza, sempre in discesa e poi, a un bivio, a destra per un sentiero ora più stretto ma sempre evidente; un breve tratto in piano, quindi una breve salita, infine riprende la discesa. All’incrocio successivo si va a destra e poi dritti (NON a sinistra).
Si esce dal bosco raggiungendo una cascina e una stradina asfaltata. La si segue verso sinistra (siamo in località Bagnatica di Castelli Calepio), pianeggiante, fra prati, pascoli e boschetti.
A destra appare un’ansa del fiume Oglio sullo sfondo del Monte Orfano e della Franciacorta.
A una curva della strada verso destra si imbocca la sterrata a sinistra che poi si fa erbosa fra vigneti verso Sud e castagni e pini verso Nord. Si raggiunge un particolare edificio rurale costituito da un lato da una cascina e dall’altro da una chiesetta, si passa davanti alla facciata e si prosegue a sinistra per una stradina ghiaiata. In prossimità di una cava di Pietra di Credaro (un materiale da costruzione caratteristico utilizzato in molti edifici storici nella bergamasca e in Lombardia) il fondo si fa asfaltato; si scende ancora, ormai fra le prime case di Credaro, mentre di fronte appare un lembo di Lago d’Iseo, e il Monte Guglielmo alto sulla sua sponda orientale. Si attraversa su un ponticello il torrente Uria che scende dalla valletta di Foresto Sparso.
La strada prosegue ora in piano verso il centro del paese. A uno stop si prende a destra e poi, a una curva, ancora a destra per una stradina pedonale che in pochi metri porta alla provinciale 91 per Sarnico. Dobbiamo proseguire dritti per la strada di fronte a noi (via S. Francesco d’Assisi) ma conviene attraversare sulle strisce qualche metro a sinistra.
Imboccata così via S. Francesco d’Assisi incontriamo sulla sinistra la parrocchiale settecentesca dedicata a S. Giorgio Martire e poi giungiamo alla bella contrada Cornale, con edifici di origine tardo medievale, che la strada costeggia curvando a sinistra; in seguito piega a destra (direzione cimitero) e infine raggiunge una rotonda. Sulla sinistra imbocchiamo la ciclopedonale (qui segnalata “direzione Villongo), una stradetta ghiaiata che poi si fa sentiero a saliscendi nel bosco.
Proseguendo in discesa, tocca l’asfalto, costeggia un canale di derivazione e raggiunge infine il fiume Oglio in prossimità della diga, un manufatto del 1933 ascrivibile all’archeologia industriale; a un bivio si va a sinistra in salita (a destra è una strada senza uscita) poi in piano con belle vedute sul fiume verde smeraldo.
Siamo in via Manzoni e quando questa diviene via don Besenzoni si imbocca il vicolo a destra che raggiunge il lungofiume da percorrere verso sinistra (qui l’Oglio è limpido, placido e ampio) fino a Sarnico, dove si apre vasto il panorama delle acque e dei monti del Lago d’Iseo, camminando per la bella passeggiata attrezzata.